Quando i Clinton cercavano informazioni su Trump dagli ucraini

Molti giornalisti sono rimasti senza parole davanti alla notizia del New York Times che svelava come il figlio maggiore del Presidente Trump, Donald Trump Jr., si sia incontrato con una avvocatessa russa la quale sosteneva di avere informazioni scottanti su Hillary Clinton. Donald Jr. ha confermato di aver partecipato all’incontro nel giugno 2016 -al quale portò anche il direttore della campagna elettorale Paul Manafort e il consigliere di Trump Jared Kushner- ma di averne sottovalutato l’importanza. “Ovviamente sono il primo a partecipare a un incontro che può darmi informazioni su un avversario”, ha scritto su Twitter aggiungendo che l’incontro “non ha condotto a nessun risultato” ma che “doveva ascoltarla”.

Molti critici di Trump sostengono che l’articolo del NYT sia la prova che alcuni membri della campagna di Trump fossero in qualche misura coinvolti negli attacchi hacker che hanno colpito il direttore della campagna elettorale della Clinton John Podesta e la direzione del Partito Democratico (DNC). Ma l’incontro di Trump Junior con l’avvocatessa russa non è niente in confronto all’incontro avvenuto tra gli alleati della Clinton e gli ufficiali del governo ucraino. Politico ha svelato in un articolo di gennaio alcune attività anti-Trump del governo ucraino avvenute durante le elezioni. Una veterana della DNC che ha collaborato nell’amministrazione di Bill Clinton, Alexandra Chalupa, ha lavorato a stretto contatto con ufficiali del governo ucraino e giornalisti sia ucraini che americani per cercare informazioni che dimostrassero la collusione di Trump e Manafort con la Russia. Secondo Politico avrebbe condiviso i risultati delle sue ricerche sia con la DNC che con la campagna elettorale di Hillary Clinton. Chalupa si è incontrata con l’ambasciatore ucraino Valeriy Chaly e uno dei suoi assistenti, Oksara Shulyar, all’ambasciata ucraina nel marzo 2016 per trovare connessioni tra i russi e Paul Manafort. Quattro giorni dopo l’incontro, Trump assume ufficialmente Manafort. “Il giorno dopo la conferma dell’assunzione di Manafort, la Chalupa ha fatto un meeting con lo staff della DNC per discutere di Trump, Manafort e i loro collegamenti con la Russia”, scrive l’articolo. Politico evidenzia anche che la DNC ha incoraggiato Chalupa a intervistare il presidente ucraino Petro Poroshenko per parlare dei legami tra Manafort e l’ex presidente pro-russo Viktor Yanukovic. L’ambasciata ha rifiutato l’incontro, ma come ha dichiarato la Chalupa è stata comunque “utilissima”. “Se avevo una domanda mi rispondevano, se dovevo incontrare qualcuno mi aiutavano” ha dichiarato Chalupa, aggiungendo che “non ci sono stati scambi di documenti, assolutamente no”. Chalupa ha anche dichiarato a Politico che l’ambasciata ucraina ha collaborato con molti giornalisti per scoprire i legami tra Trump, Manafort e i russi. Come per altri membri del DNC, alcune email della Chalupa sono state hackerate da Wikileaks. In una di queste, Chalupa scrive a Luis Miranda, allora direttore delle comunicazioni del DNC, che stava lavorando con il giornalista di Yahoo News Michale Isikoff per “farlo avvicinare agli ucraini”. “C’è molta carne sul fuoco. Ho parlato con una delegazione di 68 giornalisti investigativi ucraini mercoledì alla Libreria del Congresso -il forum della Open World Society- e mi hanno messo in condizione di investigare su Paul Manafort; ho invitato Michael Isikoff con il quale ho lavorato nelle scorse settimane e l’ho messo in contatto con gli ucraini”, scrive Chalupa a Miranda “Ti dirò di più di persona domani perché c’è un grosso componente dello staff di Trump dal quale tu e Lauren dovete guardarvi le spalle, e ti farò vedere qualcosa su cui sto lavorando e devi assolutamente vedere”. La Open World Leadership Center, la quale ha finanziato l’inchiesta giornalistica della Chalupa contro Manafort, è una agenzia pubblica legata al Governo. Una portavoce del centro, Maura Shelden, ha dichiarato a Politico che la loro agenzia è “apolitica” e “riceve informazioni da entrambi i partiti”.

Dopo la vittoria elettorale di Trump, il governo ucraino si è affrettato a dichiarare che “non abbiamo mai lavorato per cercare informazioni che potessero danneggiare Trump e Manafort”, ma Andrii Telizhenko, ex impiegato dell’ambasciata ucraina, ha dichiarato a Politico che lui fu incaricato di lavorare con Chalupa. “Oksana mi disse che se avevo qualunque informazione, o conoscessi qualcuno che sapeva, allora avrei dovuto contattare Chalupa”, ha detto Telizhenko “L’ambasciata lavorava direttamente con Chalupa e la DNC”. Anche la DNC ha preso le distanze dalle azioni della Chalupa, dichiarando che stava lavorando di sua iniziativa.

(Da The Daily Caller – traduzione di Federico Bezzi)