La propaganda di Papa Francesco contro Russia e Siria

Il gesuita di bianco vestito, Papa Bergoglio, ha definito la Russia di Vladimir Putin un “Paese dalla distorta visione nel mondo”, opponendosi, di fatto, alla distensione promossa da Donald Trump e Rex Tillerson durante il G20 ad Amburgo che porterebbe ad una soluzione diplomatica per quanto concerne la situazione sulla Corea del Nord. Però ha voluto superarsi e strafare, e così nell’elenco ci ha aggiunto anche la Siria di Bashar al-Assad durante l’intervista rilasciata ad Eugenio Scalfari.

Chiariamo un paio di punti; nella Federazione Russa c’è stato un netto cambiamento ideologico dopo il crollo dell’URSS e la fine del mondo bipolare. Le linee guida in politica estera sono incentrate sulla praticità, sulla concretezza e sul diritto a scegliere la via allo sviluppo più confacente. Infatti, non è esistito un solo leader russo che abbia invocato a considerazioni etico-messianiche per giustificare imperialismi o utilizzato la retorica del “dittatore sanguinario” per invadere Paesi e sottrarne le risorse.

La volontà del Cremlino di diffondere la cultura cristiano-ortodossa – scudo a fronte delle penetrazioni globaliste – è circoscritta solo al Russkiy Mir e non ha la pretesa che divenga un modello da seguire a livello globale e esportare con l’azione militare qualora non accadesse. Tutto il contrario dell’Occidente, che con la scusa dei famosi “valori” – ormai ridotti a bieco materialismo – e della retorica umanitaria, ha condotto incessantemente campagne di aggressione contro quei Paesi restii ad uniformarsi al mantra della globalizzazione finanziaria a stelle e strisce.

Pura ignoranza e cristallina malafede che fanno il paio con le opinioni avute su Bashar al-Assad e la Siria. Insultando e svilendo questi ultimi, sminuisce il loro sacrificio nella lotta al terrorismo che, giocoforza, ha permesso ai cristiani che lui dovrebbe rappresentare di sopravvivere alle angherie dei takfiri. I preti ed i vescovi, infatti, insieme ad Hezbollah e la Corrente Patriottica Libera, hanno difeso e difendono tutt’ora dalle distruzioni il patrimonio cristiano di Aleppo, Homs ed Hama. È sufficiente una breve ricerca sul web per verificare.

Come si può parlare, quindi, di “minaccia mondiale” della Siria quando l’esercito siriano ha permesso a 500.000 sfollati di rientrare nelle proprie case in seguito alla bonifica delle sacche terroriste? Come si può sorvolare a piè pari sulla sua multiconfessionalità, unica tutela del clero cristiano dalla completa distruzione? Abbiamo sempre più l’impressione che la “visione distorta del mondo” sia la sua, incentrata su una retorica immigrazionista puerile per compiacere il mondo laico.

(di Davide Pellegrino)