7,7 milioni di persone senza lavoro, la soluzione di Confindustria è più Europa

“Dati recenti mostrano che la crescita e l’occupazione stanno gradualmente migliorando e un certo grado di ottimismo è ora giustificato in Italia”, queste sono le parole pronunciate dal premier Paolo Gentiloni lo scorso 21 giugno. Secondo il governo, la strada verso la stabilità e il ritorno a livelli pre-crisi è ancora lunga ma, tra giornali e dichiarazioni ufficiali, aleggia un clima di ottimismo.

Eppure la situazione è ben più grave di come ci viene mostrata: in Italia sono 7,7 milioni le persone senza lavoro. Il dato ci viene fornito dal Centro Studi di Confindustria che scrive: “Vanno rimarcati i risultati occupazionali, che sono straordinari in sé e in relazione all’andamento dell’economia […] Non bisogna, però, dimenticare né i 7,7 milioni di persone cui manca il lavoro, in tutto o in parte, né l’alta disoccupazione di lunga durata (ossia da almeno dodici mesi, quasi il 60% del totale) né l’elevata disoccupazione giovanile, che sta alimentando una forte emigrazione dall’Italia all’estero e dal Sud al Nord.”

Il quadro che ci ritroviamo davanti è allarmante. Nonostante i traguardi ostentati dal governo, il problema della disoccupazione rimane radicato e con questo le conseguenze che genera come ad esempio la continua emigrazione dei laureandi verso l’estero (legata ovviamente alla disoccupazione giovanile).

Quali sono, allora, le proposte di Confindustria? Leggiamo nel Rapporto le seguenti richieste per arginare la disoccupazione in Italia: Elezione diretta del Presidente della Commissione Ue, che deve essere anche Presidente del Consiglio Ue; istituzione di un Parlamento solo dell’Eurozona, a cui dovrebbe rispondere un Ministro delle Finanze che gestisca il nuovo bilancio solo dell’Eurozona. Inoltre Confindustria ritiene che gli stati debbano cedere all’Europa le seguenti funzioni: le Relazioni internazionali; la sicurezza e difesa; il controllo delle frontiere e le politiche migratorie; l’adozione di un bilancio comune solo dell’Eurozona, il tutto per “aumentare la legittimazione democratica dell’Unione”.

Sembra uno scherzo, eppure per Confindustria l’unico modo per contrastare la disoccupazione interna è quello di cedere, ulteriormente, altre porzioni della sovranità statale ad un ente sovranazionale come l’UE. L’Unione Europea viene vista come un rifugio dall’inefficienza dello stato e, per Confindustria, non sembra esserci altra soluzione che cancellare l’idea si stato nazionale in nome della sicurezza data dall’Unione, una sicurezza effimera e sin troppo mitizzata. La domanda sorge spontanea: come si può chiedere di cedere la sovranità se è proprio la mancanza di questa una delle cause fondanti di una crisi interna?

(di Antonio Pellegrino)