L’alternativa di Mosca e Pechino ai summit occidentali

Non è un caso che la visita del ministro degli Esteri cinese Wang Yi sia coincisa con l’incontro dei leader della Nato e con la riunione del G8. Ciò dimostra come la Cina e la Russia abbiano dato vita a una posizione alternativa e comune riguardo a molte questioni chiave, come la crisi coreana e la guerra in Siria. Il programma della visita di Wang Yi ha previsto incontri ad alto livello, tra cui quello con il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e il ministro degli affari Esteri russo Sergey Larov.

A partire dall’esclusione della Russia dal G8 i rapporti tra Mosca e Pechino si sono fatti sempre più stretti e i due Paesi hanno annunciato progetti ambiziosi in diverse sfere, soprattutto in quella economica e finanziaria. Nonostante tali piani siano ancora a una fase embrionale si può certamente affermare che su molte questioni di politica estera le loro opinioni sul modo di agire coincidono.

La retorica guerrafondaia statunitense ha provocato forti timori tra i leader cinesi e russi per una possibile escalation militare nella penisola coreana. Pechino rifiuta di esercitare troppe pressioni su Pyongyang per evitare di destabilizzare il Paese, cosa che, in prospettiva, potrebbe portare al rovesciamento di Kim Jong-un e all’istaurazione di un governo pro-americano.

Sia i russi che i cinesi chiedono che vengano cancellate le previste esercitazioni militari congiunte tra le truppe Usa e quelle di Seul e l’istallazione del sistema antimissilistico THAAD nella penisola coreana. Tali sistemi sono “un fattore destabilizzante che rompe l’equilibrio stabilitosi nella regione”, ha dichiarato Gennadiy Gatilov, viceministro per gli affari esteri russo.

Nel corso dell’incontro tra il ministro cinese e il Vlamidir Putin si è altresì discusso della costituzione di una partnership commerciale euroasiatica che venga incontro agli interessi a lungo termine dei due Paesi. Tale progetto si pone sulla scia di iniziative come il One Belt One Road (OBOR) e la Via della Seta Marittima e si prefigge lo scopo di garantire l’indipendenza della regione da un punto di vista economico, giungendo ad accordi bilaterali con tutti i partner coinvolti: Cina, India, Pakistan, Iran, Russia, Bielorussia, Kazakistan.

Gli Stati Uniti non hanno i mezzi per opporsi alla Cina sul fronte economico o alla Russia sul fronte militare e se gli accordi tra Mosca e Pechino dovessero avere successo, altre nazioni potrebbero scegliere di transitare dal vecchio ordine mondiale unipolare a quello attualmente in evoluzione e multipolare.

(di Angelo Falvino)