Donald Trump, Ted Malloch e l’Unione Europea

Già durante la sua campagna elettorale, Donald Trump si era trovato ad attaccare l’Unione Europea, sostenendo a più riprese che avesse fatto troppi errori a livello economico, in primis per quanto riguarda la politica monetaria. Trump si era anche opposto all’idea di un trattato di libero scambio con l’Europa, facendo effettivamente naufragare i progetti del TTIP. Nel mirino del tycoon americano era finita anche la questione immigrazione e le politiche di accoglienza di Angela Merkel, che lui stesso aveva definito sciagurate. D’altro canto la sua avversità all’Unione Europea si era ovviamente palesata con il sostegno alla Gran Bretagna dopo il Referendum che ha portato ai negoziati della Brexit, quando Donald Trump aveva auspicato analoghi risvolti sia in Francia che in Italia, asserendo che l’Unione Europea era destinata a sgretolarsi.

Il Presidente americano vede nelle politiche economiche tedesche uno dei mali principali dell’Unione; politiche che, in preda alla fobia per il debito pubblico, hanno rallentato o anzi fermato la ripresa economica europea, generando ancora più disoccupazione e malessere sociale, che lentamente hanno rafforzato il sostegno popolare a quei partiti definiti “populisti” che si oppongono alle logiche dell’establishment.

Inoltre, l’apertura delle frontiere a centinaia di migliaia di immigrati illegali è uno dei sintomi della crisi in cui versa l’Unione e denota l’assenza di contatto con la realtà delle cosiddette forze di sistema. Certamente Donald Trump non ha intenzione di inimicarsi i paesi europei anche se la possibile scelta di Ted Malloch come ambasciatore USA presso l’Unione Europea non è per niente gradita a molti dei leader dei paesi membri.

Ted Malloch – che il 25 maggio sarà presente alla Camera dei Deputati al convegno “Il Patto Trumpatlantico” organizzato dal Centro Machiavelli – ha infatti un giudizio estremamente negativo sul progetto europeo. Malloch, professore, amministratore delegato e autore di numerosi libri, ha avuto nei confronti dell’Unione europea parole non certo lusinghiere in passato. In una lettera pubblicata dal The Parliament Magazine e datata 14 febbraio 2017, egli definisce l’Unione come “undemocratic and bloated by both bureaucracy and rampant anti-Americanism”.

Secondo quello che potrebbe essere il futuro ambasciatore statunitense presso l’UE, Stati Uniti e Regno Unito presentano due sostanziali differenze rispetto all’attuale Europa unita: la democraticità e l’affidabilità. Malloch sostiene infatti che le istituzioni europee sono anti-democratiche e inaffidabili e che non è negli interessi americani sostenere un modello europeo così sbagliato. Un’Europa che, stando alle sue affermazioni, tende a dare sempre più spazio a posizioni anti-americane, facilmente riscontrabili osservando le politiche di anti-trust, sempre più tendenti a danneggiare quelle aziende americane che minacciano gli interessi europei.

Parole dure anche rivolte all’Euro, una moneta che avrebbe favorito solo la Germania, che ha visto crescere il proprio saldo delle partite correnti (la relazione tra import-export) dell’8% del proprio PIL negli ultimi anni, mentre il resto dell’eurozona soffriva. Squilibri che Malloch ritiene causati anche da istituzioni europee composte da burocrati non eletti e slegati da quelli che sono gli interessi del popolo. Infine non viene lasciata da parte neppure la NATO, spina dorsale dell’alleanza tra USA e UE, ma non finanziata adeguatamente da alcuni Stati europei che rifiutano di destinare il 2% del proprio PIL in spese per la difesa.

Insomma, per Malloch la tradizionale politica americana nei confronti dell’integrazione europea andrebbe riesaminata sotto la lente dell’America First. Perché se i rapporti con gli europei rimangono essenziali per gli Stati Uniti, la medesima importanza non è attribuita al progetto di unione politica europea, già in profonda crisi.

(di Lorenzo Tubani e Marco Montanari)