E’ la fine del paradosso brasiliano?

Secondo il giornale O Globo la polizia brasiliana avrebbe le prove schiaccianti della partecipazione dell’attuale presidente Michel Temer nella compravendita del silenzio dell’ex presidente della Camera, e collega di partito, Eduardo Cunha, già in carcere per una condanna a quindici anni per corruzione e riciclaggio.

L’inchiesta Lava Jato (Operazione Autolavaggio) messa in piedi dal giudice Sergio Moro è stata la causa dell’impeachment della presidentessa Dilma Rousseff, esponente del Partito dei lavoratori, lo scorso anno. Proprio la procedura di impeachment aveva consegnato la massima carica istituzionale a Michel Temer, esponente del Partito del Movimento Democratico Brasiliano.

Quest’ultimo è un partito centrista ago della bilancia a partire dagli anni Novanta nella politica del gigante sudamericano. Primo per numero di eletti nei due rami del Parlamento e per numero di sindaci e governatori locali il Pmdb non esprime mai un proprio candidato alla presidenza della Repubblica privilegiando la formazione di coalizioni.

Inizialmente alleato del Partito della Social Democrazia Brasiliana (Psdb), il movimento centrista ha poi dato vita alle coalizioni di centrosinistra che hanno permesso a Lula e Dilma Rousseff di vincere tutte le ultime tornate elettorali. Senza leader di riferimento e con una classe politica priva di giovani rampanti il Pmdb ha avuto la sua grande occasione dallo scorso settembre.

Ben presto, però, Temer si è rivelato il presidente con il più basso tasso di gradimento per via delle politiche neoliberiste fatte approvare a tambur battente nonostante il forte malcontento popolare. Dal canto suo il Pt ha dato inizio ad una lunga campagna elettorale annunciando il ritorno in campo di Lula, anch’egli tra gli indagati ma ancora apprezzato dalla maggioranza dei brasiliani.

Le nuove prove gettano nel caso anche il Psdb e il suo ex candidato alla presidenza Aecio Neves che in un audio registrato aveva chiesto due milioni di reales, pari a circa 637mila euro, per le spese dovute alla difesa dall’accusa di corruzione.

Principali artefici del vero e proprio colpo delle autorità sono stati i fratelli Joesley e Wesley Batista, proprietari della multinazionale della carne Jbs, che ricevuti dal presidente Temer nella sua abitazione hanno registrato l’incontro in cui si parla della necessità di pagare il silenzio di Cunha con una rata settimanale di 500mila real, 150mila euro, per i prossimi vent’anni.

Per ora protetto dall’arresto per via della carica presidenziale, Temer ha parlato di un complotto ai suoi danni specificando che non intende dimettersi ma le elezioni potrebbero essere più vicine della scadenza naturale prevista per ottobre 2018.

(di Luca Lezzi)