Macron, un personaggio uscito da un romanzo di Ellis

Vuoto, materialista, ambizioso, figlio di élite e di un establishment classista che disprezza, senza usare troppi giri di parole, le classi sociali meno abbienti e più povere. L’ex banchiere di Rothschild Emmanuel Macron, eletto ieri Presidente della Repubblica Francese, potrebbe essere il protagonista perfetto di un ipotetico romanzo di Bret Easton Ellis, autore di bestseller come Meno di Zero e American Psycho.

In Meno di Zero, i protagonisti esplorano l’inferno patinato degli anni ’80, in cui la moralità è stata abbandonata a favore della frivolezza e dell’apatia. «Sesso facile, cocaina, feste sempre piú trasgressive, auto di lusso, rock a tutto volume: a Los Angeles i giovanissimi che frequentano l’ambiente patinato degli studios cinematografici hanno tutto e non desiderano piú niente. In un mondo illuminato dai bagliori spettrali dei videoclip e svuotato di ogni sentimento, Clay, Blair, Daniel e Julian, biondi e abbronzati, esplorano le pieghe infernali del «paradiso» californiano in un crescendo di moralità e devastazione interiore che presto sconfina nell’orrore».

Le e-mail diffuse da Wikileaks confermano lo stile di vita di questo rampollo inventato a tavolino dalla finanza internazionale. Uso smodato di droghe, orge omosessuali, il tutto pagato con il fiume di denaro di Rothschild. Sia chiaro, non si tratta di una condanna bigotta, ognuno nella vita privata può fare ciò che gli pare: trattasi, tuttavia, di comportamenti che rientrano in un quadro psicologico piuttosto torbido.

A tal proposito è opportuno ascoltare il parere del Prof. Adriano Segatori, psichiatra e psicoterapeuta, membro della sezione scientifica “Psicologia Giuridica e Psichiatria Forense” dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi: «Macron, come tutti gli psicopatici, è altamente pericoloso. Ha una grandissima idea di sé. Macron non ama la Francia e non lotta per il popolo francese. Macron ama sé stesso enormemente e lui combatte per mantenere la sua fragile identità.»

D’altronde la sua storia e la sua formazione politica sono altrettanto eloquenti. La descrive bene Fulvio Scaglione su TPI: «Come se Macron non avesse una storia e non avesse onestamente presentato un programma. Il presidente prodigio non è un uomo nuovo, tutt’altro. C’è chi lo ha paragonato a Matteo Renzi ma questi, al confronto di quello, è una specie di rivoluzionario, un piccolo Lenin che ha sciacquato i panni in Arno e si è fatto strada combattendo.

Macron è l’enfant gaté dei circoli di potere della Francia socialisteggiante che, dopo il disastro di Hollande, ha con astuzia travasato il vino vecchio in una botte giovane. Uscito dalla prestigiosa Ecole Nationale d’Administration (Ena), Macron entrò al ministero della Finanze, ramo ispezioni fiscali. Poi nel 2008, cominciò a fare il banchiere d’affari con i Rothschild, diventando rapidamente milionario. Per poi tornare, diciamo così, nel settore pubblico, come consigliere politico e segretario generale aggiunto della presidenza con Hollande presidente».

(di Roberto Vivaldelli)