Forza Orban, contro il vergognoso attacco della Commissione UE

Il Sole 24Ore ha riportato la notizia che “la Commissione europea ha compiuto oggi il primo passo verso una procedura d’infrazione contro l’Ungheria per la legge sull’istruzione superiore che minaccia l’esistenza della Central European University, l’università indipendente fondata dal finanziere americano, ma di origini magiare, George Soros”.

Orban ha reagito con molta durezza e coraggio oggi in Europarlamento, definendo Soros un “grande speculatore finanziario europeo che ha distrutto le vite di milioni di europei”. Sinceri applausi.

Ai primi di aprile il governo ungherese aveva varato quella che in molti stanno chiamando “legge delle università”, con la quale senza troppi complimenti il presidente si propone di far chiudere proprio la CEU entro il 2021.

La motivazione era stata dichiarata da subito: Soros, tramite la struttura da lui finanziata,  “vuole influenzare la situazione politica in Ungheria attraverso organizzazioni pseudo-civiche che in realtá agiscono come agenti stranieri, criticando il governo legale del paese”.

L’ Università di Soros ha, probabilmente, il solo scopo di diffondere il verbo del multiculturalismo e delle migrazioni di massa nel Paese “semi-occidentale” che più resiste all’imposizione violenta e cruda che dalle nostre parti si perpetra ormai da decenni. Questa è la verità. Altrimenti non si spiegherebbe tanta indignazione anche dei sedicenti democratici.

Cosa interessa a questi signori di quali accademie si possano o meno aprire in territorio magiaro, di grazia? Perché tutte queste energie?

Le ire della stampa di sinistra erano state notevoli già allora. Su la Repubblica Andrea Tarquini scriveva: “Non era mai accaduto nel mondo libero dopo la fine dell´Impero del Male sovietico nel 1989-1990”.

Cosa, “dottor” Tarquini? Che uno Stato si permetta di decidere quale struttura deve o non deve avere sul suo territorio?

Risparmio ogni commento su chi aveva chiesto addirittura la violazione dello Stato di diritto, ma tanto siamo arrivati al punto che qualunque decisione politica non aggradi i centri di potere che governano l’intero Occidente, beh, quelle son violazioni dello Stato di diritto. Fateci la bocca.

I responsabili della Central European University, oggi, sostengono che la nuova legge è inaccettabile e che minaccia la libertà accademica in Ungheria. Quale libertà? Quella di introdurre dall’esterno verbi nuovi? Quale sarebbe il loro diritto di intervenire?

Intanto minacciano nello stesso stile dei mafiosi della peggior specie: “Non ci farà chiudere, qualsiasi cosa succeda”.

Le proteste nelle piazze ormai sono carta conosciuta. Oltre ad essere una strategia ormai nota dai tempi del Kosovo del 1997, è veramente ridicolo non comprendere quanto sia facile fomentare un certo numero di manifestanti, sostenerli economicamente e inglobare attivisti in modo “genuino”. Per cui non ritengo nemmeno sia necessario approfondire ulteriormente la questione.

L’Ungheria ha il sacrosanto diritto umano e civile – visto che agli europeisti piacciono tanto queste parole – di decidere quali strutture avere o non avere sul proprio territorio.

Forza Orban.

(di Stelio Fergola)