L’America rurale vista da un pastore

Sono un piccolo pastore del nord dell’Inghilterra. Pascolo le pecore nella regione montuosa di Lake District. Porto avanti una tradizione antica di 4500 anni. La mia fattoria non ha niente a che vedere con i sistemi di agricoltura moderni, e fatichiamo per tirare su abbastanza soldi, anche con 900 pecore. Il prezzo delle mie pecore dipende dall’importazione di pecore dal resto del mondo; praticamente, ho un piede nel passato e uno nell’economia del ventunesimo secolo.

Nelle economie industriali, meno del 3% delle persone è nel ramo dell’agricoltura; ma nel resto del mondo, non sono solo: l’ONU stima che esistano due miliardi di agricoltori. Praticamente una persona su tre in tutto il mondo. La settimana prima che gli USA eleggessero Donald J. Trump alla presidenza, ho viaggiato nel Kentucky attraverso distese infinite di fattorie e paesini. E’ stato il mio primo viaggio negli Stati Uniti, per presentare il mio libro “The Shepherd’s Life”, e sono rimasto scioccato dai segni di declino dell’America rurale.

Ho visto case di legno lasciate a marcire, steccati abbattuti dal vento, negozi sbarrati nel cuore dei paesi, fattorie abbandonate e fienili in disuso. I tabelloni della chiesa erano pieni di annunci di gruppi di supporto per persone con problemi di alcol e droga. E si, ho visto auto con adesivi di Trump sui paraurti, e case con bandiere di Trump nei loro giardini.

Il declino economico e il supporto a Trump sono collegati. Grandi aree dell’America rurale sono devastate, in totale crisi economica, mentre la produzione di cibo viene trasferita in posti dove può essere condotta in modo presumibilmente più efficiente. In molte zone, niente ha sostituito le vecchie industrie. Questo è un ciclo degenerativo che ha messo milioni di persone dal lato sbagliato della storia economica.

Gli economisti dicono che quando il mondo cambia le persone devono adattarsi, spostarsi e cambiare per adeguarsi al mondo nuovo. Ma, ovviamente, nella vita reale ciò non può sempre succedere. Le persone stanno nei posti che amano, e la loro identità è connessa ai propri vecchi lavori, che siano agricoltori o metalmeccanici. Spesso le loro capacità non possono essere trasferite ad altri settori, o semplicemente non hanno interesse a cercare nuove opportunità, e così rimangono indietro. Mi chiedo che cosa farei mai se non allevassi pecore, o decidessi di non fare più l’agricoltore. Non ne ho la minima idea.

Forse non sono affari miei come gli americani portano avanti le loro vite e decidono della loro economia. Dovrei tornare sulle mie montagne e stare zitto; ma per tutta la mia vita, il mio paese ha accettato acriticamente il modello americano di produzione del cibo, pensando che fosse il corso naturale del progresso e dell’economia. Come risultato, ora il futuro degli Stati Uniti interessa anche noi.

E’ un futuro in cui l’agricoltura e il cibo stesso sono cambiati e stanno cambiando – a mio parere in peggio. Siamo diventati così ossessionati dalla ricerca di affari che crediamo che il prezzo basso per il cibo sia una cosa scontata, e non siamo in grado di collegare il prezzo basso del cibo all’impossibilità dei nostri figli di trovare un lavoro ben pagato. La nostra domanda di cibo a basso costo sta uccidendo il sogno americano per milioni di persone. Tra i suoi effetti collaterali, sta creando enormi problemi di salute, quali obesità e infezioni resistenti agli antibiotici; e sta distruggendo gli habitat naturali degli animali. Non di meno, concentra la ricchezza e il potere in sempre meno mani.

Dopo il mio viaggio nell’America rurale, sono tornato alle mie pecore e alla mia vita antica. Sono circondato dalla bellezza della natura, e da una comunità, e da un piccolo mondo antico che vive e ha vissuto fino ad oggi. Sono tornato a casa con l’idea che sia giunta l’ora di pensare seriamente, sia in America che nel mondo, a che tipo di cibo e sistema di produzione desideriamo. Il futuro che ci è stato venduto non funziona. Applicare i principi industriali alla natura non funziona. L’agricoltura è molto più che business. Il cibo è molto più che una merce. La terra è molto più di una risorsa.

Nonostante l’aumento di questi problemi, nessun politico si è occupato seriamente dell’agricoltura e del cibo per decenni. Ora che la campagna elettorale è finita, e il Kentucky rurale ha contribuito ad eleggere l’attuale presidente, il nuovo establishment politico dovrebbe prendere sul serio la questione.
All’improvviso, l’America rurale ha importanza. Ha importanza per il mondo intero.

(New York Times – Traduzione di Federico Bezzi)