“Russia Today” parla della petizione contro i soldati italiani inviati al confine con la Russia

Riportiamo tradotto, in esclusiva per Oltre la Linea, l’articolo di Russia Today sulla petizione di Tommaso Longobardi contro l’invio dei soldati italiani in Lettonia, al confine con la Russia. «Una misura da regime dittatoriale»: in Italia è comparsa una petizione contro l’invio di forze armate ai confini della Russia : questo il titolo del pezzo originale, che di cui potete trovare il link a fondo pagina.

 

Più di 20.000 italiani hanno firmato una petizione contro l’invio di forze armate nazionali nell’ambito della missione internazionale NATO in Lettonia, il cui battaglione verrà costituito già quest’anno. La petizione sarà inviata al Presidente italiano. L’autore dell’iniziativa, il blogger Tommaso Longobardi, ha detto a RT che un gesto così aggressivo non potrà non peggiorare i rapporti tra Roma e Mosca. Nella sua pagina Facebook, il blogger è sostenuto da più di 500.000 utenti.
di Julija Gureeva

 

Un blogger romano di 26 anni, Tommaso Longobardi, sta chiedendo ai propri connazionali di rivolgersi al Presidente italiano, Sergio Mattarella, per spingerlo ad annullare la partecipazione nel battaglione della missione internazionale NATO che verrà formato quest’anno in Lettonia, ai confini con la Russia.

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«La decisione del governo italiano di inviare militari ai confini con la Federazione Russa è un’ennesima provocazione infondata, così come lo sono le sanzioni contro la Russia, che non ci è ostile e ci ha spesso aiutato», ha affermato il giovane blogger.

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Secondo Longobardi, la partecipazione nel battaglione NATO è una minaccia alla sicurezza nazionale dell’Italia.

«Il governo sta infrangendo la Costituzione repubblicana, secondo cui l’Italia è tenuta a rinunciare ai conflitti bellici nel caso in cui siano rivolti contro la libertà degli altri popoli e siano visti come mezzo per risolvere questioni internazionali. Inoltre, nessuno si è preoccupato di chiedere ai comuni cittadini il proprio parere. Non si tratta quindi di una scelta democratica, ma di una misura da regime dittatoriale».

Ai confini con la Russia

Nel luglio dell’anno scorso, l’ex Primo Ministro italiano Matteo Renzi ha comunicato che Roma avrebbe inviato in Europa orientale 150 militari da integrare nel battaglione NATO nei paesi baltici e in Polonia. Il governo ha preso questa risoluzione dopo il convegno NATO tenutosi a Varsavia.

L’attuale Primo Ministro italiano, Paolo Gentiloni, precedentemente Ministro degli Affari Esteri, ha sottolineato che una simile misura è destinata a rassicurare gli alleati atlantici attivi nelle zone a rischio.

«Non si tratta di un atto di aggressione ai danni della Russia, ma di semplice difesa dei confini NATO», così la stampa italiana riporta le parole di Gentiloni.

Le unità NATO attive in Lettonia sono sotto il diretto controllo canadese. Nelle fila del battaglione previsto per quest’anno dovranno entrare forze militari spagnole, polacche, albanesi e slovene. Per ora, le frontiere lettoni sono difese dall’esercito statunitense. Ad inizio febbraio, ad esempio, sono arrivati in Lettonia più di 220 militari USA provenienti da unità di artiglieria pesante. Militari che, insieme ai loro colleghi lettoni, hanno già svolto esercitazioni nell’est del paese, al termine delle quali si sono stanziati nella città di Rezekna, a 40 km. dal confine lettone-russo.

Farsi sentire dal potere

Il blogger romano ha preparato una petizione da inviare al Presidente italiano. La petizione ha già raccolto 20.000 firme.

«Questo documento non ha validità giuridica, però riflette il parere dei cittadini comuni. In Italia molte persone condividono la mia posizione, è per questa ragione che sono riuscito a raccogliere 20.000 firme senza l’aiuto di organizzazioni o partiti politici» spiega Longobardi.

Nella sua petizione Tommaso ha fatto notare che prendere parte alle provocazioni della NATO potrebbe riflettersi negativamente sui rapporti economici tra Roma e Mosca.

«Le chiediamo di rinunciare ad una risoluzione che non solo è foriera di un possibile conflitto, ma può arrecare gravi danni alle nostre aziende, che hanno già subito perdite sensibili a causa delle sanzioni» è scritto nella petizione, di cui RT ha già preso visione.

Un blogger attivista indipendente da partiti

Longobardi ci ha detto che la stampa italiana sostiene incondizionatamente il governo ed ignora petizioni come la sua, per questo motivo il ragazzo ha deciso di utilizzare le reti sociali per diffondere notizie opposte alla prospettiva di regime osservata dalla stampa ufficiale. La sua pagina Facebook è seguita da più di 500.000 persone.

«Non sopporto l’ipocrisia della nostra stampa, a cui è imposto di seguire una linea politica ben precisa. I giornalisti italiani attaccano spesso il Presidente russo Vladimir Putin in maniera assolutamente infondata, per cui io cerco di bilanciare questa parzialità e mostrare la realtà effettiva degli eventi».

Il blogger constata che molti suoi conoscenti si trovano sotto l’influenza della propaganda NATO e ritengono il leader russo un «dittatore sanguinario», sebbene non siano in grado di motivare concretamente tale loro convinzione.

L’anno scorso Tommaso ha raccolto firme per una petizione che richiedeva le dimissioni del Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini. Quest’ultima infatti sostiene i migranti provenienti dal Medio Oriente e dal Maghreb, mentre moltissimi cittadini italiani sono senza lavoro.

Al momento attuale, Tommaso non appartiene ad alcun partito, ma non esclude di potersi unire, in futuro, a movimenti consoni alle sue posizioni.

«Per ora non voglio far parte di nessun partito, ma sono sempre pronto a sostenere qualsiasi iniziativa rivolta agli interessi e alla difesa dei cittadini italiani».

(di Julija Gureeva da Russian Today – Traduzione di Claudio Napoli)