La fallacia di Oriana

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Alla fine, si sa, è sempre una questione di Der Wille zur Macht. Prendiamo le moschee ad esempio. Non soltanto quelle anche quelle erette ai nostri giorni sono belle, bellissime, al contrario delle chiese contemporanee le quali sono anonime, oggettivamente brutte.

Questo perché l’Islam è una religione viva ed in espansione (è nel nome di Allah che l’Iran, nell’epoca della morte di Dio, si liberò dal gioco americano) mentre il Cristianesimo, fatta eccezione per quello ortodosso, arranca. E a nulla serviranno tutti i sermoni di questo mondo, laici va da sé, sulla superiorità dell’occidente capitalistico, secolarizzato, open-minded ed ideologicamente dirittumanista, così solertemente democratico da essere avvezzo ad esportare il proprio brand anche, anzi soprattutto, a colpi di bombardamenti e guerre o pardon, missioni di pace, in giro per il mondo.

Non credo che sia opportuno difendere un sistema nel quale le multinazionali macinano profitti stratosferici sfruttando manodopera a basso costo nei paesi del terzo mondo o nel quale i banchieri di Wall Street determinano de facto il corso della politica americana e non solo.  Infatti sarebbe una strategia perdente. Per vincere, secondo gli strateghi dell’esportazione, è necessario imbastire una crociata ideologico-religiosa contro il nemico assoluto, l’islam, il quale vuole “cancellare i nostri valori”.

Quando sento parlare di valori in questo modo, la mente corre subito alla borsa.

In realtà occidente potrà salvarsi dal suo tramonto non certo riversando il suo odio condito di ignoranza e semicultura imparaticcia contro un’altra religione tutta, ma solo se saprà riscoprire le sue autentiche radici, le quali sono cristiane e prima ancora ellenistico-romane. Ai liberali-libertari occidentalisti di casa nostra, tutti Charlie Hebdo e Scuola di Chicago, basterebbe (ri)leggere Benedetto Croce, se proprio non gradiscono Oswald Spengler.

E per comprendere come Huntington, il teorico dello “scontro di civiltà”, sia un mistificatore, nella sacrosanta definizione che di lui ne ha dato Franco Cardini, basterà considerare l’Arabia Saudita. È un regime teocratico sunnita, conclamato finanziatore del terrorismo islamico internazionale, nel quale non vi è neanche la minima traccia della tanto decantata liberal-democrazia occidentale; ebbene, l’Arabia Saudita, paese ricchissimo di petrolio e membro dell’Opec, è il principale alleato degli Stati Uniti tra i paesi arabi, poiché vende, in dollari, il petrolio estratto e lavorato dalle compagnie petrolifere occidentali, soprattutto americane.

Non solo l’occidente non ha mai sentito il bisogno di esportare la democrazia nel Paese della Mecca, ma anzi è proprio grazie alla sua struttura autocratica che le cancellerie occidentali assicurano lo status quo, poiché un regime assoluto non deve rispondere alla volontà popolare ma solo ai suoi corruttori, i partner occidentali per l’appunto.

E se a sinistra, riposti Marx e Gramsci in soffitta, appare impossibile riannodare i fili di un discorso che tenga conto della prassi e dei rapporti di forza, tra gli Stati e tra le classi, a destra le cose non vanno meglio. Mentre la sinistra si lambicca il cervello nel tentare di far collimare la definizione di nazifascismo alle vicende del fondamentalismo islamico, la destra sostituisce all’anticomunismo da bar l’odio nei confronti dei musulmani tutti.

Dopo la stagione degli atei devoti, strumento nelle mani dei neoconservatori americani per ingannare l’opinione pubblica europea cristiana trascinandola in battaglie che di religioso non hanno nulla ma che trovano la loro giustificazione esclusivamente in una sconfinata brama di potere, l’Italia, succursale americana, dopo aver assistito alla trasformazione della sinistra in Partito Democratico, non potrà sottrarsi allo spettacolo di ammirare la nascita di un Partito Repubblicano ad immagine e somiglianza di quello d’oltreoceano.

È la degna conclusione dopo oltre trent’anni di televisione commerciale, politica-spettacolo ed anticomunismo berlusconiano in assenza di comunisti.

(di Daniele De Quarto)

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